I colori della passione (The mill and the cross)
La salita al calvario di Pieter Bruegel il vecchio narra la Passione di Cristo ambientandola nelle Fiandre del XVI secolo, tra paesaggi cupi e nebbiosi in un mondo carico di simboli e metafore. Il regista e videoartista polacco Lech Majewski traspone la scena in quei momenti che portano alla creazione dell’opera, dove a raccontare è Bruegel stesso, che spiega la genesi dell’opera, le scelte simboliche (il mugnaio-Dio che guarda tutti dall’alto del suo Mulino, la disposizione degli elementi che simboleggiano il Bene e il Male e quella di Cristo), i personaggi reali – incluso lui stesso – che vi compaiono. I soldati romani sono sostituiti dagli Inquisitori spagnoli, restano le violenze, i soprusi in un’allegoria del tutto attuale sulle ingiustizie. Film del tutto inclassificabile, meraviglioso esteticamente, di splendida contaminazione tra cinema e pittura. Anche la fine, dove il quadro che costituisce il film ridiventa quadro, testimonia un’esperienza del tutto nuova e particolare.
Piero
Magnifica presenza
Pietro è un giovane catanese arrivato a Roma col desiderio di fare l’attore. E’ timido, problematico, soffertamente gay. Vive con una cugina fin quando non trova in affitto una villa storica del quartiere Monteverde. Apparentemente è un’occasione ma la villa non è propriamente disabitata. Elio Germano è veramente formidabile a dare vita ad un personaggio che suscita immediata simpatia, timido, impacciato, stralunato, a volte del tutto goffo. E bravi sono anche gli attori che tengono in piedi un film che però appare piuttosto sconclusionato e a volte sembra perdere del tutto il filo di una vicenda pirandelliana. Alcuni momenti sono comunque divertenti e interessante il tema di fondo del sentirsi inadeguati al mondo e alla realtà in cui si è chiamati a vivere.
Piero
Quasi amici
Philippe, ricco aristocratico parigino rimasto disabile a seguito di un incidente, è costretto ad avere un assistente che lo aiuti nei movimenti. Tra tanti iperqualificati sceglierà Driss, un ragazzo di colore della periferia povera, l’unico a non provare pietà per lui e che lo tratta alla pari, senza riguardi. Due persone apparente agli antipodi costruiranno un’amicizia speciale superando le iniziali diffidenze reciproche. Il film, ispirato ad una storia vera, pur trattando un tema delicato, rimane leggero e per lunghi momenti anche molto divertente, rifuggendo dal patetismo (come del resto fa il protagonista della storia) e parlando dell’amicizia, della voglia di vivere e di coltivare comunque le proprie passioni a dispetto delle difficoltà. E del senso di libertà che bisogna sempre cercare. Colonna sonora tra Earth Wind and Fire e Vivaldi passando per Nina Simone (E I’m feeling good fa sempre un certo effetto).
Piero
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