Il posto delle fragole

in direzione ostinata e contraria

11

11 – ovvero l’elogio della sinistra. Ai tempi del calcio che mi piaceva, quando i numeri sulle maglie erano fissi, l’11 era la seconda punta o la mezzala sinistra. Giocatore essenzialmente d’attacco, in genere estroso che si muoveva in appoggio alla punta centrale, il classico 9. Libero da precisi dettami tattici, aveva libertà di svariare, muovendosi prevalentemente sulla propria fascia di competenza – la sinistra appunto –, con licenza di inventare, dribblare, smarcare (adesso si direbbe creare la superiorità numerica, mah), sebbene sempre prevalentemente in appoggio e al servizio dei compagni. In realtà si potrebbe obiettare – non sempre l’11 era una mezzala in senso stretto (tra i grandi proprio Gigi Riva, “giggirriva” indossava quella maglia ma era essenzialmente un attaccante di grande potenza e precisione). Del ruolo però tutti portavano qualcosa: la classe, i piedi buoni (Mariolino Corso, che ispirò a Edmondo Berselli un libro meraviglioso, “Il più mancino dei tiri”, che parlava della sinistra proprio giocando sul filo dell’ironia), la velocità con e senza pallone tra i piedi (Michelino Laudrup, Zibì Boniek), oppure la determinazione del gregario di lusso, la potenza devastante (Riva per l’appunto), il cross o meglio il traversone (per usare un bel termine ormai desueto) per il compagno a centro area (Ryan Giggs, forse l’ultima icona del ruolo) o ancora altro o meglio un po’ di tutto questo. E questo ad ogni livello: ricordo bene, il tutto magari edulcorato dal filtro della nostalgia, ottimi numeri 11 visti giocare nelle categorie minori. Il numero 11 sapeva creare, guardando oltre, andando al di là del previsto e prevedibile; a volte per sé, più spesso in aiuto e per maggior gloria del compagno più blasonato o in soccorso di quello meno nobile e tecnicamente più scarso.
Metafora di una sinistra che fu, capace di andare oltre il presente con una visione di più ampio respiro e, al contempo, di voltarsi indietro, aiutando quelli che si trovavano in difficoltà. Del resto allora la povertà era qualcosa da combattere e non una colpa di cui vergognarsi. Che c’entra? Boh, però pensavo all’11 e a quanto poco di tutto questo si veda guardando a sinistra nel panorama politico attuale.
Piero

novembre 19, 2013 Posted by | Politica, Sport | Lascia un commento

Siamo ancora vivi…

E non vogliamo tacere!

luglio 14, 2009 Posted by | Politica, Varie | | Lascia un commento

Non dimentichiamo.

Massimo D’Antona (Roma, 11 aprile 1948Roma, 20 maggio 1999) è stato un giurista e docente italiano.

Consulente del Ministero del Lavoro, docente di diritto del lavoro all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, amministratore delegato dell’ENAV fino al 1998, fu ucciso dai terroristi Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce membri delle nuove Brigate Rosse, mentre usciva di casa per recarsi al lavoro. (da wikipedia)

G.

Maggio 20, 2009 Posted by | Politica | , , | 1 commento

Peppino è vivo!

Oggi è il 9 maggio: non dimentichiamo chi ha lottato contro la mafia, combattendola anche a livello culturale, che è poi la battaglia più difficile.

Maggio 9, 2009 Posted by | Politica, Uncategorized | | Lascia un commento

Ci hanno davvero preso tutto

“Non mi guardò mai come un Turati o un Nenni o qualche altro riformista del cazzo” (cit.)

G.

aprile 20, 2009 Posted by | Politica | , , | 1 commento

Juantorena e la rivoluzione

E’ a Roma in questi giorni, in occasione delle celebrazioni per i 50 anni della rivoluzione cubana, Alberto Juantorena. Juantorena è stato ed è tuttora l’unico atleta a vincere in una stessa Olimpiade (Montreal 76) l’oro sui 400m e sugli 800m, tra l’altro realizzando sulla doppia distanza il record del mondo (1’43”50, tolto al nostro Marcello March Fiasconaro, ma di questo vi parlerò un’altra volta). Lo chiamavano El Caballo per la falcata possente, fino a 2,70m, e per l’eleganza della corsa. Era l’esempio della crescita collettiva di Cuba, l’atleta di Fidel ( le vittorie olimpiche di Alberto Juantorena in nome della rivoluzione cubana, cantano gli Offlaga Disco Pax ) http://www.postodellefragole.com/odp/mail_robespierre.html
Adesso è un apprezzato dirigente dello sport cubano che propone e sostiene un diverso modello di sport e di società. Indipendentemente da come la si pensi su Cuba, la rivoluzione, Fidel Castro ( sono io il primo a riconoscerne limiti, errori, eccessi – vedi il caso della pallavolista Tay Aguero, fuggita alcuni anni fa da Cuba alla quale è stato negato il visto per tornare in patria per l’ultimo saluto alla madre), dovremmo forse chiederci se veramente non sia possibile, e certamente auspicabile, un modello di società alternativo a quello attuale.

Darwin Pastorin, presente all’iniziativa ha ricordato le splendide parole di Eduardo Galeano che vi lascio come auspicio per la settimana.

L’utopia sta all’orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Faccio dieci passi e l’orizzonte si allontana di dieci passi.
Per quanto cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l’utopia?
A questo: serve a camminare

Piero

febbraio 23, 2009 Posted by | Politica | , , | Lascia un commento

Il futuro.

Veltroni si è dimesso.

Ho appreso la notizia ieri con sorpresa, abituato come sono all’Italia con le chiappe (pardon!) incollate alla poltrona.

Non sono più un fan del PD da molto tempo, anche se mi piaceva l’idea . E’ stata la realizzazione che mi ha lasciato deluso e pure molto e pure da subito. C’era qualcosa che non andava e in seguito si sono visti i risultati.Ieri in radio qualcuno elencava le molteplici correnti del PD e con ironia lo speaker diceva che mancavano solo i monarchici. E la memoria mi è tornata indietro a “i cento passi” e a quando Peppino Impastato dice al suo maestro politico di voler concorrere con democrazia proletaria e non con il pci, perché il pci è troppo lento e ogni ordine deve arrivare dalla segreteria di Palermo e nessuno può muoversi. La risposta che riceve è noi di sinistra non siamo contenti se non andiamo divisi. O qualcosa del genere. Poi mi trovo a leggere le parole di Veltroni su Repubblica e ci scorgo gli stessi pensieri. L’ansia di futuro, la voglia di andare tutti insieme, perché più si è e più la “gita” è festosa, la speranza di un sogno collettivo, la voglia di essere propositivi, di fare qualcosa, di lasciare perdere un certo passato. Veltroni parla in modo chiaro dei partiti politici: “Abituiamoci al fatto che un grande partito non può essere una caserma – dice tra gli applausi – I partiti moderni sono così, ma alcuni di noi hanno l’imprinting dei partiti degli anni ’70”. Ancora gli anni ’70, ancora a guardare indietro, invece di andare avanti, di realizzare un sogno.

Si potrebbe dire: “L’avevo detto io”, ma non servirebbe a niente, forse a farsi belli, come quelli che ingoiano merda a palate (ri-pardon) pur di rimanere sulla loro poltrona e poter dire “io sono il presidente di…” “io sono il capo di… “.

Veltroni aveva un sogno: una sinistra unita. Ha fallito (ma non da solo, sia ben chiaro!) e al massimo potrà dire: “Ho fatto del mio meglio”. E scusate se è poco.

G.

febbraio 18, 2009 Posted by | Politica | | Lascia un commento

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Questo post poteva chiamarsi anche “a volte ritornano”: “Torna in campo Clemente Mastella. Il leader dell’Udeur, Guardasigilli del governo Prodi che lasciò tra le polemiche il suo incarico dopo la richiesta di arresti domiciliari per la moglie Sandra, di fatto accelerando la conclusione della legislatura, correrà con il Pdl per Strasburgo. Dopo qualche abboccamento con l’Udc di Pier Ferdinando Casini nei mesi scorsi e dopo aver fatto sapere che si sarebbe presentato con chi gli avesse offerto ospitalità, il politico di Ceppaloni sigla un’intesa con il centrodestra che comprende anche l’uscita dell’Udeur dalle giunte di centrosinistra, a partire da quella della Campania” (fonte ANSA)

Non mi è mai piaciuto tanto il livore e l’invettiva a mezzo web perché mi sono sempre sembrati un modo comodo per lavarsi la coscienza e tornare a guardare, con la mente sgombra e sollevata dal peso che ci si è tolti, altri siti o prepararsi per uscire; una preparazione o un antipasto, se vogliamo, alle frivolezze. Con questa intendo solo dare eco a una notizia che, ormai, pare normale ma che non dovrebbe esserlo.

G.

febbraio 15, 2009 Posted by | Politica | | 1 commento

Situazione Sinistra

Ieri, con il licenziamento di Piero Sansonetti dalla direzione di Liberazione, si è compiuto, comunque lo si voglia intendere, un ulteriore passo verso il disfacimento della Sinistra italiana. I vendoliani, in rotta di collisione con la maggioranza, sia pur risicata, guidata dal segretario Paolo Ferrero, sono usciti dalla Direzione del Partito della Rifondazione Comunista e pensano ad un nuovo soggetto politico che guardi a Mussi, Fava, parte dei verdi. Una scissione di fatto che rischia di creare altre formazioni, inevitabilmente minoritarie, nel terreno già di per sé esiguo del consenso elettorale e partecipativo della Sinistra. Il Partito Democratico non sta meglio, anzi. Corroso e dilaniato da faide interne, attraversato da correnti pseudo politiche di dubbia utilità e ancor più dubbia genesi, travolto da tanti, troppi scandali (prima ancora etici e morali che giudiziari), sostanzialmente senza una linea politica forte e unitaria, o almeno maggioritaria, nonostante l’investitura tutto sommato recente ricevuta da Veltroni a mezzo primarie. Un partito sfinito da beghe insignificanti (Vigilanza Rai su tutte) e incapace di dire qualcosa di concreto sui temi del lavoro e della formazione, del precariato, del sostegno alle fasce deboli della società.
Questo in estrema sintesi lo stato dell’arte ad oggi.
Inevitabile essere sfiduciati, ma da qualche parte si potrà e dovrà ripartire, o no?
Qualche idea?

Piero

gennaio 13, 2009 Posted by | Politica | , , | Lascia un commento