Noor
Vista l’apertura – Noor di Çagla Zencirci e Guillaume Giovanetti – un film franco-turco-pakistano, interessante, anche se secondo me non riuscitissimo, che parla di un uomo in cerca d’amore e di una nuova identità…
http://www.medfilmfestival.org/medfilm2012/it/festival.php
Per chi sta a Roma ne vale la pena, naturalmente non tutti i film sono dei capolavori, però si tratta di filmografie in grande evoluzione, ricche di freschezza e voglia di raccontare.
Piero
Tutti i santi giorni
Guido e Antonia sono due persone che è difficile immaginare più diverse, eppure si conoscono (come lo si capisce solo alla fine) e si trovano meravigliosamente bene. Lui studi classici, esperto di protomartiri cristiani, rinuncia ad una brillante carriera universitaria e lavora come portiere di notte, lei, cantautrice alla ricerca del successo, che si barcamena a fatica esibendosi in piccoli localini e dalla vita totalmente sconclusionata. Tutto va benissimo finché il desiderio di un figlio diventa un’ossessione, soprattutto per lei. Virzì devia almeno in parte dalla satira sociale più graffiante che gli è propria, virando su un maggiore sentimentalismo e raccontando una storia, magari un po’ improbabile, ma bella anche per questo. Un film solo apparentemente leggero, anche perché, neanche troppo sullo sfondo, c’è una Roma (e per estensione un’Italia) tristemente cafona (che all’inizio fa ridere ma poi fa piangere), manesca e in fondo molto triste. Luca Marinelli e Federica Victoria Caiozzo (sue anche le canzoni) sono i protagonisti, bravissimi, in un film che passa leggero dalla risata alla commozione e che sembra un po’ l’elogio della cultura classica. Bello.
Piero
Reality
Luciano è un pescivendolo che ‘arrotonda’ con piccole truffe, conducendo una vita quasi onesta e con una bella famiglia, moglie e tre figlioletti, che ama ricambiato. Ha un sogno nel cassetto, partecipare al Grande Fratello. Ma questo sogno, apparentemente frivolo ma innocuo, si trasformerà in un’ossessione quando, convinto di avercela fatta, penserà di vivere spiato da telecamere ed emissari del GF. Splendida la scenografia di una Napoli quasi fiabesca (ma esiste ancora?) e forzatamente pacchiane ma divertenti le scene del matrimonio iniziale, bravissimi gli attori, soprattutto il protagonista (un detenuto del carcere di Volterra). Nella seconda parte il film si concentra più sull’ossessione individuale (forse anche troppo), pur senza giudicare, che non sulla deriva sociale, dove un reality sembra l’unica via di uscita da un destino già segnato. Il finale lascia qualche dubbio, in una sorta di redenzione mistica durante la Via crucis a San Pietro.
Piero
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