Stella
Stella, della regista francese Sylvie Verheyde, è semplicemente un film delizioso che ricorda e in parte si ispira a I quattrocento colpi di François Truffaut. Siamo nel 1977, la protagonista, Stella appunto, è una bambina di 11 anni cresciuta all’interno di una famiglia piuttosto alternativa che comprende, oltre ai genitori, gli abituali frequentatori del bar in cui vive, in massima parte alcolisti e perdigiorno. Il film, guardando il mondo con gli occhi della protagonista, racconta di un anno per lei cruciale, quello del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, con la perdita dell’innocenza, la solitudine e il senso di disagio affrontati e infine superati con un’amica, Gladys, e con la scoperta della letteratura e di quegli scrittori che dicono esattamente ciò che lei prova senza riuscire a esprimerlo a parole. E’ un film molto attuale che indica nella cultura l’unica vera possibilità di riscatto per chi nasce ai margini della società e Stella, la dolce ma spigolosa Leora Barbara, lo capisce benissimo, cogliendo al volo l’occasione che le si presenta e proiettandosi verso un futuro fatto sì di paure e incertezze ma anche di nuove e splendide prospettive.
Piero
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