Bal (Miele)
Orso D’Oro al Festival del Cinema di Berlino 2010, visto al MedFilmFestival di Roma (http://www.medfilmfestival.org/medfilm2010/intro.html), è l’ultima parte di una trilogia sul piccolo Yusuf, la sua infanzia in un posto fuori dal tempo e dal mondo, ed è un film meraviglioso per la sensibilità e per la grazia estrema.
Le sue difficoltà a scuola, i silenzi, e poi la scomparsa del padre Yakup, partito alla ricerca di nuovi alveari per il miele, a complicare le cose. La madre che si chiude nel suo silenzio e lui che parte per il bosco alla ricerca del padre spinto da un sogno premonitore. Fotografia eccellente a incorniciare i boschi dell’Anatolia, alcune perle estetiche e scene di sensibilità innata a mostrare la crescita ed il diventare grande di Yusuf.
Dubito che esca mai con la distribuzione tradizionale, però se potete cercatelo.
Piero
Welcome
Un giovane iracheno, Bilal, attraversa l’Europa clandestinamente per raggiungere la sua ragazza, Mina, da poco emigrata in Inghilterra. Viene bloccato al confine e decide di provare l’impresa di attraversare la Manica a nuoto. Lo aiuterà, prima disincantato e a tratti sprezzante, poi via via più partecipe fin quasi a diventare paterno, Simon (l’ottimo Vincent Lindon), un istruttore di nuoto che vive a Calais. Premiato al Festival del Cinema di Berlino, il film di Philippe Lioret affronta un tema fondamentale dei nostri giorni, quello dell’immigrazione – non a caso in Francia il film ha suscitato ampie discussioni, mentre da noi passa quasi come un film di nicchia -, coniugando splendidamente la fredda narrazione quasi di stampo documentaristico con il racconto, poetico e delicato, di un amore contrastato. E’ bello anche l’evolversi della vicenda e la maturazione di Simon – ormai sul punto di separarsi con la moglie – e che arriva ad affezionarsi e poi a condividere appieno il sogno di Bilal, al punto di accettare anche le accuse di favoreggiamento rivoltegli dalla Polizia. Il finale è drammatico, inutile aspettarsi qualcosa di diverso, ma almeno un barlume di speranza lo regala quell’anello ritrovato. Un film per riflettere sul tema dell’immigrazione e più in generale sulle contraddizioni della società contemporanea – valga a tal proposito come brillante sintesi il tappeto con la scritta WELCOME davanti la casa del vicino razzista e certo poco accogliente.
“Vuole attraversare la Manica per rivederla e io non riesco ad attraversare la strada per fermarti…”
Piero
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