Il posto delle fragole

in direzione ostinata e contraria

La resistibile ascesa di Arturo Ui

Tratto da un testo meno conosciuto di Brecht, il lavoro – in scena al Teatro Argentina fino a venerdì – gioca sul parallelismo tra l’ascesa di un gangster – Arturo Ui per l’appunto – dedito al commercio dei cavolfiori nella Chicago degli anni 30 che esce a fatica dalla crisi del ’29, e l’ascesa contemporanea del nazismo e di Hitler in Europa negli stessi anni. Con accenti a volte da circo altre da musical, un tono spesso farsesco e satirico, è uno spettacolo coinvolgente splendidamente recitato da un gruppo di attori giovani e impreziosito da Umberto Orsini nel ruolo del protagonista. Riflette sul potere e sulla sua cialtrona arroganza, con rimandi fin troppo attuali ma anche con una critica forte al capitalismo e ai suoi contorti meccanismi che possono generare disastri. Certamente da vedere.

Piero

aprile 27, 2011 Posted by | Teatro | , , | Commenti disabilitati su La resistibile ascesa di Arturo Ui

Momenti di trascurabile felicità

Da un libriccino ironico e divertente di Francesco Piccolo, Valentino Aprea porta in scena al Piccolo Eliseo questo spettacolo gagliardo cui aggiunge una bella interpretazione nel segno della romanità, pur rimanendo sostanzialmente fedele al testo originale. E ci parla di tutti quei momenti che fanno una vita e nei quali siamo, almeno per un po’, felici. Tra ironia e disincanto, ingenuità e sadismo, semplicità e complicazioni, piccoli amori e grandi soddisfazioni, compresa quella di esserci, qui e adesso.

Piero

marzo 10, 2011 Posted by | Teatro | , | Lascia un commento

Mistero Buffo

Paolo Rossi rifà il Mistero Buffo di Dario Fo aggiornandolo in chiave contemporanea. Quasi tre ore di spettacolo trascinante, con molto di scritto e tanto di improvvisato, ad un ritmo incalzante, in una miscela di vecchio e nuovo. Rossi reinventa il grammelot, più triestino che padano, per raccontare degli umili e degli ultimi che la Chiesa, e più in generale il potere, oggi come sempre, tende a maltrattare. Finale poetico e commovente interpretato da Lucia Vasini. Travolgente

Piero

marzo 2, 2011 Posted by | Teatro | , , | Lascia un commento

Uscita di Emergenza

Al Piccolo Eliseo fino al 7 marzo c’è questo spettacolo che, senza addentrarmi troppo nei dettagli, vi consiglio caldamente.
http://www.teatroeliseo.it/eliseo/progetti_speciali_6.asp
Fa parte del filone del cosiddetto post-eduardismo (come direbbero quelli bravi) ed è una bella commedia, splendidamente recitata da due ottimi attori (Lello Arena e Sebastiano Tringali). Si ride tantissimo per tutte le due ore ma si riflette anche, con un fondo dolceamaro, sulla solitudine e sulla paura di tutto ciò che non è consueto, fosse anche semplicemente l’uscire di casa. Tra amicizia e rivalità, screzi piccoli e grandi, bugie e mezze verità, i due protagonisti (Cirillo e Paceebene) riempiono la scena – una casa diroccata in un quartiere da tempo abbandonato -, in una convivenza forzata che è in realtà una scelta precisa: tenersi compagnia dopo aver volutamente perso la cognizione del mondo esterno.

Piero

febbraio 25, 2010 Posted by | Teatro | , , , | Lascia un commento

La notte dell’Angelo

Furio Bordon dirige questo spettacolo molto interessante in scena in questi giorni al Teatro Eliseo di Roma, parte di un dittico sulle cosiddette età indifese, vecchiaia e infanzia, – l’altro testo era infatti Le ultime Lune che fu l’ultima prova teatrale di Marcello Mastroianni. In scena Anna, l’unica vivente, una giovane e coraggiosa donna impegnata in una clinica psichiatrica dove aiuta bambini con problemi psicologici e due figure già morte – il padre di lei (Massimo De Francovich, splendido, austero e ironico al tempo stesso) e un giovane, un paziente particolare, che appare a diciotto anni e, tramite l’espediente della marionetta, come il se stesso bambino. Si dibatte di temi alti ed estremamente sofferti, delle sofferenze fisiche e psicologiche troppo spesso inflitte agli indifesi, i bambini nello specifico, da chi dovrebbe amarli di più, segnatamente i genitori e i familiari più intimi. Giocato sul tema dell’irrealtà – del resto il padre è stato in vita un grande ed apprezzato attore teatrale e anche la figlia fino all’età di 24 anni ha recitato in teatri d’avanguardia -, del vero in contrapposizione all’immaginato, il testo coinvolge fino all’ultimo con inattesi colpi di scena fino al disvelarsi finale quando il giovane conduce drammaticamente padre e figlia al definitivo chiarimento. Ma in realtà è a sua volta anche l’anziano padre a far luce fino in fondo sul rapporto irrisolto della figlia con il ragazzo che ha in cura. Bello anche l’allestimento scenografico, che accentua l’atmosfera sospesa tra sogno e realtà e la contrapposizione non solo dialettica tra le parti, tra amore e odio, rabbia e rancore, e rapporti mai del tutto pacificati. Davvero bello, da non perdere.

Piero

novembre 13, 2009 Posted by | Teatro | , , | Lascia un commento

Mi Buenos Aires Querido

Da ieri e fino a domenica 26, è all’Ambra Jovinelli lo spettacolo di Luis Bacalov Mi Buenos Aires Querido. Fin dal titolo si tratta di uno splendido atto d’amore per l’Argentina e per il Tango. Uno spettacolo che mescola diversi generi, sul palco si alternano infatti attori, cantanti, ballerini e musicisti, mentre sullo sfondo scorrono parole e immagini di forte impatto emotivo.

C’è molta Italia, inevitabilmente, basti pensare ai nomi dei principali musicisti e compositori di tango, e poi l’emigrazione, l’eterna nostalgia e la solitudine, l’amore e la passione, il coltello e il coraggio, la forza ed il sentimento.

Due ore che scorrono veloci – con le note dei più bei tanghi di sempre che ammaliano e conquistano il pubblico – percorrendo il filo di una narrazione che va dall’origine misteriosa e romantica del tango ai giorni nostri, fatta di continui rimandi e citazioni, da Borges a Carlitos Gardel, in una sorta di continuo e struggente omaggio a quella città che, come una bella donna, “si ama così tanto da essere gelosi che piaccia a qualcun’ altro”. Bello il finale che in una rapida carrellata di immagini e suoni evoca quanto di meglio l’Argentina abbia saputo offrire al mondo ivi compresa una sorta di autocitazione dello stesso Bacalov con le immagini de Il Postino di Massimo Troisi che gli valse l’Oscar per la colonna sonora.

Piero

aprile 22, 2009 Posted by | Teatro | | Lascia un commento

Sparla con me

Oggi vi parlo brevemente di qualcosa di più leggero, il monologo che Dario Vergassola porta in questo giorni a Roma, al Teatro Dei Satiri: Sparla con me. http://www.teatrodeisatiri.it/. Per chi ama la comicità dello spezzino, novanta minuti di battute, ironia, comicità torrenziale fatta di doppi sensi e arguzie sempre sul filo del politicamente scorretto. Vergassola si definisce, e a ragione, un comico di provincia, cresciuto e formatosi come tale nei bar di Paese, schivo rispetto alla mondanità, dissacrante verso le starlette della TV e, più in generale, verso l’ignoranza strisciante elevata a normalità. A parte le interviste surreali di Parla con me con la Dandini, lo trovate alla radio in Vasco de Gama, http://www.radio.rai.it/radio2/vascodegama/ in coppia con Davide Riondino.

febbraio 27, 2009 Posted by | Teatro | , , | Lascia un commento

L’ Intervista

Valerio Binasco porta in scena in questi giorni al Teatro Eliseo di Roma L’Intervista, un testo teatrale di Natalia Ginzburg scritto nel 1989. La storia, o meglio il pretesto narrativo, è quella di un giornalista che tenta di intervistare uno scrittore famoso, presentandosi da lui per tre volte nell’arco di dieci anni. In realtà si parla dei rapporti di confidenza, amicizia, amore e disamore, che si instaurano quasi spontaneamente tra persone sconosciute: il giornalista (interpretato dallo stesso Binasco), la compagna dell’intervistato (Maria Paiato, bravissima), e la di lui sorella Azzurra Antonacci. Sullo sfondo l’Italia del decennio 1978-1988, ma l’attenzione è tutta sui personaggi – del resto tutto si svolge all’interno di una stanza – e sulla loro evoluzione anche fisica nel corso degli anni. Scenografia particolare, che forse vagamente ricorda una delle costruzioni impossibili di Escher, e si staglia su fondali di colore diverso a testimoniare il passaggio delle stagioni. Dopo aver concluso con Un Giorno D’Estate la trilogia dedicata al drammaturgo norvegese Jon Fosse, Valerio Binasco si conferma con questa ottima regia – oltre che in una bella interpretazione – nella quale agli spunti comici, anche molto brillanti, fa da contrappunto una malinconia di fondo per il tempo che passa e per le occasioni perse.

febbraio 25, 2009 Posted by | Teatro | , , | Lascia un commento

Scroscio

E’ in questi giorni all’Ambra Jovinelli uno spettacolo piuttosto particolare di Eleonora Danco, diviso in due monologhi oppure, per meglio dire, un monologo in due atti. Il primo, inedito, si chiama Scroscio, il secondo, una sorta di cavallo di battaglia dell’autrice, Nessuno ci guarda. E’ uno spettacolo spiazzante che parla di solitudine, depressione, alienazione, compulsioni sessuali. E’ giocato su contrasti violenti, portato in maniera insolita ed innovativa, a partire dalle scenografie, e puntando sulla presenza scenica molto fisica dell’autrice. Lascia da pensare e, in tutta sincerità, non saprei se consigliarlo. Facciamo così: se potete andate a vederlo e poi ne riparliamo.
Piero

febbraio 20, 2009 Posted by | Teatro | , | Lascia un commento

I Miserabili – Io e Margaret Thatcher

E’ difficile dire qualcosa di nuovo e non banale su di un lavoro talmente pieno, forte, complesso e vissuto come quello che Marco Paolini sta portando in scena da ormai due anni in giro per l’Italia (e di recente al Teatro Argentina di Roma). L’autore la definisce, a ragione, una ballata, in cui la musica dei Mercanti di Liquore aiuta a parlare, alleggerendoli, di temi forti e importanti, e che riguardano tutti noi. Gli autori, lo stesso Paolini con Andrea Bajani, mettono insieme infiniti frammenti di storie sul lavoro, prima garantito poi precario, sulla schiavitù del marketing e del lavoro stesso, sulla dittatura del consumo e la corsa irrazionale verso tutto ciò che è tecnologico, con l’ambizione di provare a capire dove siamo e verso dove stiamo andando, o almeno per provare a guardarsi intorno. Tutto questo in una sorta di dialogo immaginario con Margaret Thatcher, vista se non come la causa di tutti i mali almeno come anticipatrice, prima e meglio (forse è più giusto dire peggio) di altri, di quel liberismo sfrenato di cui forse solo ora si comprendono appieno i catastrofici effetti, quella corsa senza regole che lascia dietro di sé morti e feriti, non solo metaforici, simboleggiati da quella tavola di avanzi che, a metà dello spettacolo, crolla rovinosamente a terra.

Lo spettacolo è un’ideale prosecuzione degli Album – che Paolini scrisse e portò in scena, a partire dagli anni 80, sulla realtà di provincia – di cui ricorda l’approccio e la struttura narrativa, sebbene questo spettacolo sia connotato da una vena più triste e malinconica, eppure non rassegnata. I Miserabili non sono solo i poveri e derelitti, quelli di Victor Hugo, ma anche e forse soprattutto quelli che riducono la vita ad una corsa ossessionata per i soldi, la carriera, la vanità, perdendo il senso del limite e del ragionevole, dimenticando che “ il tempo è denaro ma il denaro non è tempo”. E allora la chiave di tutto e la speranza che sta in fondo a I Miserabili potrebbe essere proprio in questo riappropriarsi del tempo e delle cose che contano per davvero.

Piero

gennaio 20, 2009 Posted by | Teatro | , , | Lascia un commento