Il posto delle fragole

in direzione ostinata e contraria

The Master

Nettamente ispirato, nonostante le smentite, allo storia del fondatore di Scientology, The Master è un film piuttosto deludente, forse anche per le notevoli attese. Il Master del titolo è Lancaster Dodd che, tornato dalla guerra, fonda una sorta di setta parareligiosa e arruola Freddie, un alcolizzato che diventa il suo braccio destro salvo poi metterne in discussione le teorie, a dire il vero piuttosto confuse. Il film si regge sulla bravura straordinaria di entrambi gli attori principali ma per il resto è lento e, a mio personale avviso, anche abbastanza confusionario. Del resto è abbastanza incomprensibile anche il successo, tipicamente americano, delle sette pseudo-religiose, che il film mostra come contradditorie nei dettami oltre che spesso anche fortemente spaccate al loro interno.

Piero

gennaio 16, 2013 Posted by | Cinema | , , | Lascia un commento

Le idi di Marzo

Il brillante trentenne Stephen (Ryan Rosling) lavora alla frenetica campagna per le primarie democratiche in Ohio del candidato Mike Morris (George Clooney). Verrà coinvolto in un gioco sempre più sporco che stravolgerà le sue certezze e da cui uscirà profondamente cambiato.
Clooney oltre che ottimo attore si conferma uno dei pochi in gradi di cimentarsi con temi complessi – la corruzione morale, l’ipocrisia americana, il complicato rapporto tra politica e giornalismo – riuscendo a realizzare un film compiuto, dal ritmo serrato e ben scritto. E’ una sorta di noir sempre più coinvolgente dove però la storia è al servizio di un fine più sottile, descrivere il marciume americano, l’impossibilità di una vera redenzione in un mondo dove tutti, o quasi, sono disposti ad ogni compromesso per i soldi o per il potere. E il finale allude ad una coazione a ripetere per la quale poco, o forse nulla, potrà mai cambiare. Gran bel film.

Piero

dicembre 21, 2011 Posted by | Cinema | , , , , | 1 commento

Il Dubbio

Il Dubbio

 

Tratto da un testo teatrale di J.P. Shanley (tra l’altro in questi giorni portato a teatro da Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi, per la regia di Sergio Castellitto), che cura anche la regia, il film affronta con estremo garbo e misura, ma al tempo stesso con grande fermezza e ricchezza di sfumature, un tema scomodo e delicato quale quello della pedofilia dei preti. L’ispirazione teatrale è evidente, sponda ideale per due grandissimi attori quali Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman – giunti all’apice della loro carriera e in grado di disegnare personaggi forti e complessi -, e coadiuvati da Amy Adams nel ruolo di una suorina fragile ma in fondo molto determinata e da Viola Davis, madre dal comportamento apparentemente incomprensibile.

Lo scontro tra la suora intransigente, legata al rispetto della tradizione, e il prete sospettato di attenzioni particolari verso l’unico ragazzo di colore di una scuola cattolica a maggioranza italiana e irlandese percorre tutto il film, insinuando il dubbio e alternando continuamente i punti di vista per lo spettatore, che si trova a parteggiare ora per l’uno ora per l’altra. Si riflette, siamo nel 1964, anche sulle possibili inclinazioni del giovane molestato, o presunto tale, quasi fossero un attenuante, ma lo scontro è anche tra due visioni della Chiesa, una più progressista e aperta verso l’esterno ed una fortemente conservatrice e tradizionalista e, se si vuole, anche tra due mondi, quello maschile dei preti e quello femminile delle suore, drasticamente in antitesi nei comportamenti e nei modi. Un grande film, che non dà certezze ma instilla dubbi, domande, quesiti non risolti.

 

Piero

febbraio 5, 2009 Posted by | Cinema | , , | Lascia un commento